Presentazione Scheda tecnica Foto e Video Rassegna stampa Biografia essenziale |  | Scritto ed interpretato da Véronique Nah
Collaborazione artistica Alessandro Libertini, Stefania Scarinzi
Ideazione suono Véronique Nah Grafica Studio Quartopiano Foto Dario Lasagni Produzione Compagnia Piccoli Principi, Scandicci Cultura Istituzione Servizi Culturali Comune di Scandicci, Ville de Sevran Festival des rêveurs éveillés, con il sostegno della Regione Toscana.
A partire da Andersen di Véronique Nah
La prima cosa che mi ha colpita leggendo "La sirenetta" è la bellezza della scrittura utilizzata da Andersen per raccontare non solo la commovente vicenda di una giovane sirena in preda ad un amore impossibile, ma anche per descrivere gli affascinanti universi, marino o terrestre, in cui si svolge l’azione. Infatti, mi sono perfettamente trovata d'accordo col commento di uno dei traduttori di Andersen che l’aveva qualificato uno scrittore impressionista : “ogni cosa e quindi la natura stessa, vale per il fascino che essa suggerisce come spettacolo dell’immaginazione e per le idee che suscita; l’idea non in senso logico, ma come rappresentazione vibrante dei rapporti più sottili tra le cose e la fantasia”. In quanto impressionista, Andersen ci invita a partecipare ad una vera emozione, quella della percezione per cui ogni cosa acquista la dimensione del fenomeno. Nell' abbandono spontaneo dei sensi alla realtà, la semplice osservazione di una persona, di un oggetto diventa una forma di rivelazione : lo spettacolo insolito di un' ombra nera che cade sul fondo del mare al passaggio di una nave è un cattivo presagio che sarà del tutto confermato nello svolgimento del racconto. La sirenetta è “fenomenale”, durante la narrazione lo sguardo del lettore è concentrato sulla sua radicale diversità fisica e psicologica: la straordinaria bellezza, la coda di pesce che ripugna agli umani, la temeraria determinazione, l’enorme timidezza, l’abissale capacità di soffrire. L’incurabile diversità è difatti il tema centrale di “La sirenetta” ed è straordinario come lo scrittore danese abbia affrontato una tale problematica esistenziale con gravità, senza mezzi termini, per quanto la sua opera fosse chiaramente destinata ad un pubblico di bambini. Anziché creargli un impedimento, questa relazione con l’infanzia sembra moltiplicare la sua libertà di espressione: Andersen ha confessato che mai scrivendo era stato più commosso. Difatti, Andersen crea la fiaba contemporanea, che non esisteva prima di lui: una fiaba nata dall’incontro diretto tra uno scrittore, il suo mondo e l’infanzia.
Andersen, i bambini ed io Lo spettacolo, liberamente tratto dal racconto di Andersen si rivolge ad un pubblico di bambini della scuola dell'infanzia. Il tema dell’impressionismo in Andersen mi sembra molto vicino ai bambini di questa età: interpretano il mondo attraverso un' enorme facoltà di osservazione dei fenomeni ed una grande disponibilità a commuoversi di questo incontro con la realtà. Nello stesso modo, penso che i temi della diversità e della sofferenza presenti nell’opera di Andersen facciano parte dell’esperienza quotidiana dei bambini. Basta pensare, per esempio, alla dolorosa integrazione di certi bambini nel contesto scolastico, alla difficoltà di alcuni ad esprimersi o a coordinare il proprio corpo. In questo senso, lo spettacolo è un tentativo di aprire una comunicazione con i bambini su questi temi cercando di imitare e di restituire tutta la delicatezza dimostrata da Andersen nel suo straordinario racconto.
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